Ciao cara Fiamma,
Proseguiamo dunque nel nostro viaggio all’interno dell’Ego per scoprire come utilizzarlo a tuo vantaggio nella guarigione delle ferite animiche. Nel precedente articolo ho spiegato come l’ego non sia buono o cattivo, è una semplice funzione che serve per proteggerti dall’eventuale dolore che le ferite che sei venuto a guarire ti provocano.
E’ come un bambino che richiede attenzioni e vuole essere ascoltato, ecco perchè cercare di distruggerlo agirà solo contro di te.
La consapevolezza, lo strumento più potente di guarigione
Come fare dunque? Il primo passo, come spesso avrai sentito dire, è prendere consapevolezza di tutte le volte in cui ti lasci governare dall’ego. Per farlo, è necessario un impegno costante nel radicarsi nel momento presente e nel porre l’attenzione verso l’interno.
Il faro acceso della consapevolezza scioglierà ogni dolore latente o manifesto che ti porti dentro.
Riuscire ad osservare la propria mente assumendo quella in Mindfulness si chiama “la posizione del testimone” è la meta a cui tutti coloro che iniziano un cammino di meditazione aspirano. Che cos’è il testimone?
Il testimone è il tuo essere, l’anima, che prende coscienza di sé, e riesce a porre una distanza tra se stesso e la tua personalità o l’ego. Quando piano piano riesci ad osservare i sentimenti e le emozioni che mutano e si trasformano, momento dopo momento , dentro di te, riesci a comprendere che il tuo ego non sei tu.
Come ci si arriva?
Ci sono molti metodi, ma quelli che io reputo fondamentali nel percorso di crescita sono i seguenti:
Pratica della meditazione basata sulla consapevolezza, ogni giorno mattina e/o sera (no visualizzazioni).
Tramite la pratica della meditazione, cominci ad assaporare che cosa significa essere in contatto diretto con l’anima, e alleni la tua attenzione a non farsi sviare dalla tempeste della mente. Sulla meditazione scriverò anche altri articoli. Per imparare la tecnica di base, ti consiglio di leggere il libro sulla Mindfulness, che contiene anche delle tracce audio utili per iniziare.
Personificazione dell’Ego
Come ti dicevo prima, l’ego è come un bimbo che desidera essere ascoltato, ecco perché personificarlo e dialogarci costituisce uno strumento di guarigione potentissimo. Ho dato al mio ego il nome Pixie, perché lo vedo come una fatina che ha buone intenzioni ma, alla fine, fa più danni che altro.
Personificare l’ego, dandogli un nome e un ruolo definito, ti aiuta enormemente nel processo di distacco dalla personalità e nell’assunzione della posizione del testimone.
E’ importante cominciare da subito a dialogare con Pixie (d’ora in avanti userò questo nome per riferirmi all’ego). Ed è importante seguire queste regole per dialogare con lei: sii gentile, riconosci sempre che le sue intenzioni siano buone e ringraziala (capendo di essere riconosciuto l’ego si tranquillizza) e poi decidi di comportarti sotto la guida dell’amore e non della paura.
Ogni volta che ti rendi conto di comportarti come ho descritto nell’articolo precedente, fermati e parla con Pixie. ad esempio, quando mi rendo conto di aver cominciato a criticare qualcuno/qualcosa o me stessa, dico “Pixie, capisco che tu abbia delle buone intenzioni e ti ringrazio per proteggermi dalla delusione di sentirmi inferiore a tizio/caio, ma non ho bisogno di paragoni per sentirmi grande, quindi adesso lascia fare a me, grazie”. Ovviamente ogni situazione è a sè, ma cerca il dialogo più funzionale, quello che senti aiutarti maggiormente a disinnescare la identificazione (quasi sempre molto veloce, se non immediata) con Pixie. Vedrai che effetto potente che innescherai.
In primo luogo, rassicurando Pixie sentirai un calore e un’accettazione di te che nessuno può farti provare esternamente. Apprezzare e accogliere in toto la reazione di Pixie agli eventi, ti permette di vederli dal punto di vista di Anima e depotenzia moltissimo il dolore.
A volte può essere più difficile riuscire a dialogare con Pixie perché l’emozione è così forte che non comprendi subito quale sia l’origine e cosa la stia provocando. In questi momenti ti consiglio di fermarti e di portare l’attenzione sul respiro per 5 minuti, dopodiché, prendi carta e penna e chiedi a Pixie come si sente, perché si senta così e quali siano le aspettative tradite o mancate. Una volta comprese in profondità le sue motivazioni, accettale e perdona te stesso per delegare all’esterno la causa della tua felicità (il 100% dei casi in cui soffriamo è questo il motivo).
Nei rapporti con la propria fiamma gemella, consiglio di eseguire l’esercizio del perdono autentico, che descriverò nel prossimo articolo….
Nel mio personale cammino ho iniziato con la sola meditazione, dal momento che ho scoperto solo da poco questo esercizio, e trovo che praticare solo la meditazione sia una strada più difficile per guarire le ferite ferite e dia spazio a Pixie per riprendere il controllo, non appena abbassi la guardia.
Introdurre entrambe le pratiche ti dà la possibilità di essere più vigile e attento a trasformare tutte le ferite che ti porti dentro. Piano piano ti renderai conto che quello che prima ti faceva scattare avrà sempre meno presa e vivrai l’amore puro e una grande gratitudine verso te stesso, difficile da provare senza un percorso di totale accettazione e non giudizio di sé.
Che ne dici di provare insieme a me quanto sia potente questa tecnica?
Scrivimi per farmi sapere i tuoi risultati a risonanzeanimiche@gmail.com
Un abbraccio,
Celeste.
Per approfondimenti su questi temi, leggi i libri:
- Vivere moneto per momento, Jon kabat-Zinn
- Le 5 ferite. Nuove chiavi di guarigione: 2, di Lise Bourbeau
Grazie infinite, le cose semplici Anima le riconosce e le piacciono tanto…
Osservo il mio Ego da tempo, ma questa accoglienza e riconoscenza non gliel ‘ho riservata… anzi. Quindi rientro facilmente nel giudizio di me e della mia Fiamma
Il mio Ego si chiama Cioppy, mi chiamavano così da piccolina ed è molto tempo che non mi veniva in mente…
È ora di guarire e gioire con la Grazia di Dio, che nel dolore ci sguazzo da troppo tempo e sono al lumicino..
Grazie ancora tesoro prezioso
💙💙💙