Nel mondo della spiritualità girano molte informazioni e mis-interpretazioni sul concetto di meditazione. Quindi oggi voglio fare chiarezza, almeno qui nel mio spazio, su cosa intendo dire quando parlo di meditazione.
Quando parlo di meditazione basata sulla consapevolezza, mi riferisco alla meditazione contemplativa, quindi quella meditazione che non prevede visualizzazioni e regressioni. La meditazione contemplativa, non è nemmeno mindfulness, perché la mindfulness prevede un protocollo di meditazioni che ti fanno concentrare su un oggetto specifico, al fine di acquisire una maggiore consapevolezza del presente.
Il problema dell’approccio alla meditazione basato sulla concentrazione è che con questo focus rimani ancorata al mentale. Infatti, ci deve essere una “persona” che si focalizza sul pensiero, sul respiro, sui rumori o sul corpo, invece lo scopo della meditazione è quello di abbandonare la persona, per diventare pura consapevolezza. Per fare questo, occorre far riposare l’ego, la mente, per far emergere l’essere, l’anima.
Questa emersione viene spontaneamente, nel momento in cui la mente si fa quieta e lo stato di rilassamento fa abbassare le onde celebrali fino allo stato Alfa. In questo stato la pura consapevolezza emerge, ed è con questa che ci si fonde per abbracciare sempre di più e immedesimarsi del tutto nell’identità dell’essere, anche durante la vita e la routine di tutti i giorni.
La meditazione contemplativa non fissa l’attenzione su alcun oggetto e semplicemente lascia che ogni cosa emerga nei sensi, senza giudizio o senza attaccamento. Questo stato fluido permette una profonda connessione con l’essere che, nel momento in cui viene visto, incomincia a liberare energie di guarigione nel corpo.
E’ per questo che durante alcune meditazioni si sente l’energia in maniera pesante e ristagnante, e in altre invece si sete come un formicolio e leggerezza diffusa. A seconda di quante congestioni ci sono nel corpo, l’energia vitale scorre più o meno liberamente, senza creare blocchi.
E’ per questo motivo che oltre alle meditazione io inserisco una pratica di Qi Gong, poi ché questa antichissima disciplina cinese permette, attraverso lo stretching dei meridiani, di far circolare liberamente l’energia Qi nel corpo, portando maggiore consapevolezza, equilibrio e attivando un vero e proprio processo di autoguarigione del corpo. Facendo Qi Gong l’energia può scorrere libera nel corpo, e quindi rendere più armonioso e semplice il processo di ascensione.
La meditazione contemplativa è semplice. Perché basta restare fermi, seduti, e lasciare che le cose accadano senza fissarsi su un evento o su un altro e senza cercare di sopprimere o scacciare pensieri, emozioni e sensazioni fisiche che naturalmente nasceranno dalla pratica.
La pratica formale, ovvero quella seduta o sdraiata, è fondamentale ed è quindi buona cosa renderla una abitudine fissa giornaliera, dedicandole uno spazio di almeno 30 minuti al giorno.
Con la pratica informale, si cerca invece di scendere nel presente in ogni momento della giornata, portando la consapevolezza e l’attenzione in quello che succede sia dentro il corpo sia fuori.
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Maria